La Lombardia è la prima regione industriale d’Europa. Supera così i Lander tedeschi del Baden Wurttemberg e della Baviera, con un indice di competitività regionale sopra la media UE.
Al via il Tavolo della Competitività della Lombardia
La Lombardia mette la freccia e diventa la prima Regione industriale d’Europa. Un risultato notevole, che spezza una regola non scritta, secondo la quale quando le cose vanno male in Germania ne risentono negativamente anche i lombardi, il cui regime produttivo è strettamente connesso a quello tedesco.
Questa volta la Regione è andata oltre, espandendo a macchia d’olio le proprie potenzialità: nel 2023 è stato toccato il picco storico di 350 miliardi nell’interscambio mondiale. L’export ha superato i 162 miliardi (il più alto di sempre, crescita del 19,1%).
Nella regione lombarda sono attive 6.400 imprese per 575mila addetti per un fatturato di 257 miliardi; il PIL nel 2023 è cresciuto al 5,5% (contro il +1,1% della Catalogna, il +0,4% della Baviera, il -1% del Baden Wurttemberg).
Il 60% degli investitori stranieri in italia (92 su 100 dei più significativi) investe in Lombardia. La regione raccoglie, inoltre, un terzo del totale delle partecipazioni estere sul suolo nazionale e sviluppa il 20% degli investimenti italiani netti fuori dai confini. In definitiva, è l’unica Regione italiana in grado di esprimere un indice di competitività superiore alla media UE.
La Regione lombarda in Europa
Sulla scorta di questi risultati la Regione ha stilato un documento economico-politico da sottoporre all’attenzione della prossima Commissione Europea. Insieme all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, hanno sottoscritto e presentato la proposta diciassette associazioni di categoria.
Tra queste, ACAI, Alleanza delle Cooperative Lombarde; ANCE, Casartigiani e CLAAI, tutte di Lombardia. E ancora, CNA, Compagnia delle Opere, Confapindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confimi Industria, Confindustria, Confprofessioni, Federdistribuzione, Sistema Impresa e Unioncamere, tutte di Lombardia.
Il documento sottolinea come l’UE non possa prescindere dai propri territori produttivi e che, pertanto, deve essere massimamente favorita l’interazione tra di loro, rendendone quanto più autonomi e liberi da vincoli burocratici e ideologici i rapporti.
Undici i temi strategici indicati: attrazione investimenti; credito; economia di prossimità; economia sociale; energia e indipendenza nell’approvvigionamento; filiere ed ecosistemi; manifattura; microimprese; patto di stabilità; piena neutralità tecnologica; politica fiscale.
Da notare, infine, che la Lombardia è diventata la prima Regione industriale d’Europa nonostante territori come Baviera, Baden Wurttemberg e Catalogna godano di un regime ampiamente più autonomo. Insomma, un po’ come se Sainz avesse vinto il GP con le ruote sgonfie, il freno a mano tirato e la retromarcia inserita. Editoriale a cura del direttore Pier Luigi Pellegrin.