Restituire una voce a due fantasmi come Moro e Pasolini non è solo memoria, ma un rito collettivo necessario a un’intera comunità.
I corpi di Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini
I corpi di Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini occupano da quasi mezzo secolo la scena della nostra Storia di ombre. Corpi a cui non è stata data ancora degna sepoltura. Corpi su cui inciampa, storcendosi le caviglie, un’intera nazione: amici, nemici, distratti o interessati, autenticamente indifferenti o affetti da un’assai consapevole ansia di rimozione, è impossibile per molti non farci i conti. E allora può accadere che questi fantasmi tornino a interrogarci con le loro parole, scomode e urticanti, che troppi, quando erano in vita, irrisero, volutamente distorsero o non vollero ascoltare.
Moro e Pasolini cercavano entrambi possibili soluzioni
La tragica conclusione delle loro vite matura all’interno di vicende diverse, accomunate però dal medesimo contesto storico: Moro e Pasolini, da postazioni fatalmente contrapposte, vissero con crescente e acuto dolore quello stesso clima, cercando ciascuno di immaginarepossibili soluzioni. Pur all’interno di condizioni esistenziali e caratteriali diametralmente opposte, entrambi finirono per sprofondare nel medesimo stato di angoscioso isolamento.
Fino al tragico epilogo.
Perquesto motivo ho scelto di riportare in scena,eccezionalmente insieme per pochi giorni, i due lavori teatrali più rappresentativi di questo percorso: Con il vostro irridente silenzio – ‘rituale scenico’ dedicato alle carte di Moro e Il male dei ricci – Ragazzi di vita e altre visioni, sintesi e nuova elaborazione drammaturgica di precedenti lavori dedicati a Pasolini.
Restituire una voce a questi due fantasmi non è, oggi, soltanto un esercizio di memoria, ma un rito collettivo più che mai necessario a un’intera comunità.
Fabrizio Gifuni: Il male dei ricci
9 – 11 gennaio 2024
Il male dei ricci
Ragazzidi vita e altre visioni
ideazione e drammaturgia di Fabrizio Gifuni
da Ragazzi di vita, Poesia in forma di rosa, Lettere luterane, Scritti corsari, Seconda forma de La meglio gioventù di Pier Paolo Pasolini.
A quasi vent’anni dal debutto di ‘Na specie de cadavere lunghissimo (2004) – spettacolo culto, andato in scena per dieci anni consecutivi, ideato e interpretato dall’attore, con la regia di Giuseppe Bertolucci – Fabrizio Gifuni ritorna alle pagine di Pasolini con una nuova drammaturgia originale. La rilettura di Ragazzi di vita-‐ romanzo d’esordio dello scrittore – interpolata e storicizzata con altri scritti pasoliniani (poesie, lettere, editoriali, interviste) – dà vita a un racconto molto personale che l’attore-‐autore trasferisce in teatro, dialogando ogni sera con i rappresentanti della città, i cosiddetti spettatori, in un gioco di inedite prospettive e vertiginosi sdoppiamenti.
L’attore si fa carico di portarci dentro le giornate di questi giovani ragazzi, ci restituisce la loro generosità e i loro egoismi, il comico, il tragico, il grottesco, la violenza di questo sciame umano che dai palazzoni delle periferie si muove verso il centro, in un percorso che è anche un rito di passaggio dall’infanzia alla prima giovinezza. Ma il corpo/voce di Gifuni ci costringe al contempo a misurarci con un fantasma poetico, una voce inquieta che continua a reclamare un ascolto. Ancora oggi in direzione ostinata e contraria.
ORARI
martedì 9 Gennaio – 20:00; mercoledì 10 Gennaio – 19:45; giovedì 11 Gennaio – 21:00
Con il vostro irridente silenzio
12 – 14 gennaio 2024
Con il vostro irridente silenzio
Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro
ideazione e drammaturgia di Fabrizio Gifuni, si ringraziano Nicola Lagioia e il Salone internazionale del Libro di Torino,
Christian Raimo per la collaborazione,
Francesco Maria Biscione e Miguel Gotor per la consulenza storica produzione Cadmo.
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri.
Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto.
La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura.
A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.
Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.
ORARI
venerdì 12 Gennaio – 19:45; sabato 13 Gennaio – 19:45; domenica 14 Gennaio – 16:15
Info e biglietteriaTeatro Franco Parenti
Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it