Speak No Evil: il male riemerge, ma questa volta la sua voce si spegne prematuramente. James Watkins ci guida nel terrore, senza mai rivelarlo del tutto

SNE_INTL_SHHH_DIGITAL_4x5_IT Speak No Evil, incubo psicologico, riuscirete a scappare?

Un inquietante thriller-horror

Nelle sale italiane è arrivato l’inquietante thriller-horror Speak No Evil, diretto da James Watkins (noto per Bastille Day – Il colpo del secolo, Eden Lake e The Woman in Black). Il film ha come protagonista James McAvoy, vincitore del premio BAFTA, alla sua terza collaborazione con la casa di produzione Blumhouse, dopo Split (2016) e Glass (2019).

Questo remake americano dell’omonimo film del 2022, diretto dal danese Christian Tafdrup, segue la storia di una famiglia americana in vacanza in Italia. Ben e Louise Dalton, interpretati da Scoot McNairy (Argo, A Quiet Place) e Mackenzie Davis (Terminator: Destino Oscuro), sono in viaggio con la loro vivace figlia Agnes (Alix West Lefler, The Good Nurse). Durante il soggiorno, fanno amicizia con una famiglia inglese, che li invita a trascorrere un weekend in una casa di campagna.

Paddy, un medico interpretato da James McAvoy, e sua moglie Ciara (Aisling Franciosi, The Fall – Caccia al serial killer) sembrano essere una coppia perfetta, ma il loro figlio Ant (l’emergente Dan Hough) ha difficoltà a comunicare con gli altri. Le due famiglie si ritrovano così sotto lo stesso tetto, e ciò che inizia come una vacanza da sogno si trasforma rapidamente in un incubo. Il comportamento inquietante di Paddy dà inizio a una spirale di tensione, violenza psicologica e crescente inquietudine. Quella che doveva essere una tranquilla vacanza si trasforma presto in un viaggio verso un orrore inaspettato, dal quale sarà difficile fuggire.

Un remake dell’omonimo thriller psicologico danese del 2022 di Christian Tafdrup

Il film originale del 2022 aveva conquistato il pubblico grazie alla sua capacità di mescolare suspense e disagio psicologico. Di fatto, lo ha fatto affrontando dinamiche sociali scomode e l’incapacità delle persone di riconoscere apertamente il male, anche quando si manifesta chiaramente davanti a loro.

James Watkins e il team di Blumhouse hanno raccolto questo testimone cercando di renderlo più accessibile al grande pubblico, pur correndo il rischio di alterare alcuni elementi chiave che avevano caratterizzato l’opera originale.

Nella prima parte di Speak No Evil, la trama segue abbastanza fedelmente l’originale: Ben (Scoot McNairy), Louise (Mackenzie Davis) e la loro figlia Agnes (Alix West Lefler) sono una tipica famiglia americana in vacanza in Italia. Durante il viaggio, fanno amicizia con Paddy (James McAvoy) e Ciara (Aisling Franciosi), una coppia britannica affascinante e amichevole, che li invita a trascorrere un fine settimana nella loro lussuosa casa di campagna.

Quello che inizia come un weekend tranquillo e idilliaco si trasforma gradualmente in un incubo, dove la famiglia protagonista dovrà mettere in dubbio la propria sicurezza e affrontare una realtà oscura e inquietante. Il disagio tra le due famiglie si intensifica progressivamente, grazie anche alle eccellenti interpretazioni di McNairy e Davis, che riescono a trasmettere il deteriorarsi della situazione in modo convincente.

Il personaggio di Paddy, interpretato magistralmente da James McAvoy, aggiunge un livello di ambiguità che rende difficile capire se ci si possa fidare di lui o meno, nonostante il suo fascino carismatico.

2575_D011_00056R-1024x576 Speak No Evil, incubo psicologico, riuscirete a scappare?

Speak No Evil, i temi prinicipali del remake restano fedeli all’originale

Watkins rimane fedele ai toni inquietanti e ai temi principali del film di Christian Tafdrup, come il potere della manipolazione sociale e l’incapacità di affrontare il male finché non è troppo tardi. Tuttavia, mentre il film originale del 2022 giocava con una sottile ironia e un umorismo macabro per amplificare il disagio, la versione del 2024 sembra puntare su un intrattenimento più convenzionale, con momenti di tensione psicologica meno raffinati.

La principale differenza tra Speak No Evil e il suo predecessore si manifesta nel terzo atto, soprattutto nel finale: mentre la versione danese era nota per il suo epilogo scioccante e brutale, questo remake opta per un finale più “accessibile”, con un impatto emotivo meno devastante ma forse più gratificante per il pubblico.

Anche se questo potrebbe attrarre un pubblico più ampio, sembra inevitabile che l’opzione di un finale meno crudo smorzi parte del forte impatto emotivo che aveva reso l’originale così memorabile. Nonostante queste differenze, il film continua a esplorare dinamiche di potere e manipolazione delle aspettative sociali.

Watkins introduce anche una riflessione più marcata sulla mascolinità e sui problemi di coppia, soprattutto attraverso la relazione tra Ben e Louise. Dietro la loro apparente complicità, si nascondono profonde crepe: Ben, attratto dalla figura dominante di Paddy, diventa sempre più complice delle sue azioni, ignorando i segnali di pericolo, mentre Louise, più consapevole della minaccia, si ritrova isolata nel suo crescente disagio.

Uno dei punti di forza del film è sicuramente il cast: James McAvoy eccelle nel ruolo di Paddy, bilanciando perfettamente affabilità e minaccia, mentre Mackenzie Davis offre una performance intensa che rende palpabile l’angoscia crescente del suo personaggio. Aisling Franciosi, con poche battute, riesce a rendere Ciara una figura inquietante e misteriosa, contribuendo al senso di disagio che pervade il film.