Goodbye Julia, esce nei cinema il 24 ottobre. Un dramma magnifico, sottile e sorprendente di cui vi anticipiamo il video trailer

goodbye-julia Goodbye Julia, il trailer del film in uscita il 24 ottobre

Miglior Film, Migliore Sceneggiatura Critics Awards for Arab Films 2024

Goodbye Julia è un viaggio difficile attraverso la memoria collettiva dei popoli sudanesi e Sud sudanesi che racconta la normale vita quotidiana di due donne legate tra loro da situazioni sociali e politiche insolite che le hanno segnate fortemente. La sua narrazione è ispirata alle fasi della riconciliazione e discute temi come il rimorso, la compensazione, la rivelazione, la confessione di colpa e il pentimento per essa. Alla vigilia della secessione del Sud Sudan, Mouna, una donna benestante di Karthoum, provoca involontariamente la morte di un giovane uomo del Sud e, distrutta dal senso di colpa, assume la sua ignara moglie come domestica per aiutarla economicamente e re dimere così il proprio peccato.

Con uno stile cinematografico accattivante e incalzante Mohamed Kordofani porta alla  luce la storia di un Paese di cui poco si conosce, evidenziandone tutte le criticità salienti  come il razzismo radicato e le diversità religiose che hanno alimentato uno scenario politico esplosivo fino a provocarne una irrimediabile frattura interna. Al tempo stesso, attraverso la storia intima e personale dei suoi protagonisti, Kordofani propone riflessioni su  sentimenti universali come l’odio, la disonestà, l’ espiazione e il perdono, evidenziando  ancora una volta come, in talune culture, le donne debbano capitolare al patriarcato per  sopravvivere e come, la solidarietà femminile sia una strada percorribile per l’affermazione della propria libertà e indipendenza. 

forto-due-goodbye-julia-1024x576 Goodbye Julia, il trailer del film in uscita il 24 ottobre

Goodbye Julia, riferimenti Storici

Il film si svolge negli ultimi anni del Sudan come Paese unito e inizia nel 2005 quando, di  ritorno da un viaggio in Uganda, muore in un incidente in elicottero John Garang, primo  vicepresidente nonché storico leader dell’Esercito di liberazione del popolo sudanese,  (SPLM), gruppo armato di opposizione al governo centrale.  

Militare di lunga carriera, con la creazione nel 1983 dell’ l’Esercito di liberazione del po polo di Sudan, Garang si era fatto portavoce del desiderio di indipendenza della regione  del Sud, incitando tutti i soldati dell’esercito sudanese originari del Sud all’ammutinamento contro il dominio islamico del Nord sul Sud cristiano-animista. Un’azione che  scatenò la seconda guerra civile sudanese, un conflitto sanguinoso che avrebbe porta to ad almeno due milioni di morti in venti anni di guerra. 

Le trattative di pace incominciarono unicamente nel 2003: Ali Osman, primo vice presi dente sudanese e Garang si incontrarono in privato a Naivasha. I loro incontri e le loro  trattative segrete portarono a un accordo di pace, il “Comprehensive Peace Agreement” (CPA), siglato nel capodanno 2004.

Un nuovo Sudan

Il CPA rispetta l’idea di un “nuovo Sudan” di  cui si fa portavoce Garang. Il potere sarebbe stato diviso equamente tra le due parti del Paese. Ma anche, tra i due rispettivi partiti più forti (il National Congress Party e il Sudan  People’s Liberation Movement di Garang) per sei anni, fino al 2010, e Garang ne sarebbe  divenuto vicepresidente oltre ad essere premier della regione autonoma del Sud Sudan. L’accordo di pace prevedeva inoltre che nel 2011 si sarebbe tenuto un referendum per  decidere l’ eventuale separazione del Sud e la creazione di un nuovo Stato indipendente.  

Avviene effettivamente: con un’ affluenza elevatissima e una schiacciante  maggioranza di voti a favore (oltre il 99%). Il referendum sancisce il desiderio di separazione dei sud sudanesi che di lì a breve sarebbero stati espulsi in massa per raggiungere il Sud. Sarà la definitiva divisione politica del Paese.

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Goodbye Julia, la nascita dello Stato del Sud Sudan

Il 7 febbraio 2011 il presidente del Sudan, ʿOmar Ḥasan Aḥmad al-Bashīr, ufficializzando i risultati del referendum, ha proclamato la nascita dello Stato del Sud Sudan, divenuto il cinquantaquattresimo stato africano. Il 9 luglio 2011, dopo un periodo di prova, si proclama l’indipendenza, subito riconosciuta dal governo di Khartum e dalla comunità internazionale. 

Ma l’ entusiasmo per la separazione è durato poco. Mentre il nord del Paese viveva un  periodo di relativa quiete lo “stato più giovane del mondo” del Sud Sudan è stato presto  teatro di una guerra civile sanguinosa tra i gruppi delle varie etnie residenti, una guerra  che oltre a massacrare i civili, ha lasciato strascichi profondi dal punto di vista dell’impu 

nità per i responsabili di crimini di guerra quali uccisioni di massa, torture e stupri.

Lo stesso sarebbe accaduto a breve nel Nord. Con una serie di sommosse popolari, nel 2019 Omar al-Bashir si dimette. Inizia così un periodo di forti instabilità e continui colpi di stato da parte delle forze armate. 

Nell’aprile del 2023, un ennesimo tentativo di golpe avviene da parte del generale Mohammed Dagalo, capo di un’organizzazione paramilitare denominata “Forze di Supporto Rapi do” (RSF). L’organizzazione, creata illo-tempore dal Presidente Omar al Bashir vuole attuare una pulizia etnica delle popolazioni non-arabe presenti in Darfur.  

Questo ha dato inizio a una serie di scontri armati tra l’esercito ribelle e l’esercito ufficiale  e scatenato una guerra civile tuttora in corso che rappresenta una delle più gravi crisi  umanitarie contemporanee con conseguenze drammatiche per la popolazione dell’intero Paese. Goodbye Giulia gode del Patrocinio di Amnesty International.