Milano è memoria? La città si racconta attraverso la stratificazione dei suoi luoghi e perde un altro pezzo della sua anima: Le Trottoir alla Darsena, punto di riferimento per artisti, intellettuali e spiriti liberi

pinketts-e-michelle-vasseur Se Milano è memoria, come mai chiude Le Trottoir a la Darsena?

Le Trottoir, luogo di memoria e creatività

Milano è memoria, e allora come mai chiude Le Trottoir a la Darsena? La città perde un altro dei suoi luoghi storici, culturali e tra i più iconici.

La città perde un altro pezzo della sua anima: Le Trottoir alla Darsena, punto di riferimento per artisti, intellettuali e spiriti liberi. La notizia scuote chi ha vissuto quel luogo come un simbolo della vivacità culturale milanese, un punto d’incontro dove passato e presente si intrecciavano in modo unico.

Nato come caffè bohémien, Le Trottoir ha saputo trasformarsi negli anni in un crocevia di espressioni artistiche e culturali. Situato nel cuore pulsante della Darsena, ha ospitato mostre, performance e serate musicali, diventando un luogo dove il tempo sembrava sospeso. Era qui che si incontravano giovani artisti emergenti e veterani del panorama culturale milanese, creando un’atmosfera in cui tradizione e innovazione coesistevano.

La chiusura del locale non rappresenta solo la perdita di un esercizio commerciale, ma l’erosione di un simbolo identitario. In una città in continua trasformazione, spesso vittima della sua stessa spinta verso la modernità, luoghi come Le Trottoir servono da ancore di memoria, custodi di storie e relazioni che non possono essere replicate altrove.

Le ragioni della chiusura

Le motivazioni dietro la chiusura? Si parla di aumenti dei costi di gestionepubblica e pressioni urbanistiche legate alla riqualificazione della Darsena.

L’identità autentica di certi luoghi rischia così di essere sacrificata sull’altare della mera commercializzazione dei luoghi simbolo della memoria meneghina, lasciando spazio a esercizi più redditizi ma meno rappresentativi dello spirito locale.

Le Trottoir a La Darsena, Presidio di Gentilezza e Pace a Milano

Le Trottoir è anche il primo presidio di gentilezza e pace a Milano. Durante le Giornate Nazionali dei Presidi di Gentilezza per la Pace, bambini e ragazzi hanno partecipato alla creazione della prima panchina della gentilezza, insieme ai City Angels di Mario Furlan. L’iniziativa, promossa dal progetto nazionale “Costruiamo Gentilezza”, ha messo al centro giovani e valori come pace e dialogo.

Michelle Vasseur, anima del locale, da anni sottolinea l’importanza di questo spazio come luogo di incontro e creatività per diffondere una cultura di pace nella Milano “multicuore”. Padrino d’eccezione, Mario Furlan, presidente dei City Angels.

In merito all’iniziativa, Michelle Vasseur aveva dichiarato: “Siamo entusiasti di questa iniziativa che ci permetterà di costruire gentilezza tutti insieme per vivere in un mondo che deve essere di pace, cultura e colori”. E ha aggiunto: “Il nostro presidio di gentilezza sarà un luogo dove i giovani potranno incontrarsi e dialogare, crescere facendo arte e musica, presentare o scrivere libri, tutte attività dedicate a diffondere una cultura di pace nella nostra Milano ‘multicuore’. Perché pace è bellezza e la bellezza è da sempre di casa al Trot’”.

Purtroppo, dal 30 gennaio 2025, questo luogo di gentilezza e pace dedicato alle giovani generazioni cesserà di esistere per mere logiche legate agli introiti e ai nuovi piani di destinazione dei luoghi simbolo di Milano.

Il futuro della memoria

La chiusura de Le Trottoir a La Darsena solleva una domanda cruciale: quanto vale la memoria per una città come Milano? La sua identità storica e culturale è fatta di luoghi che raccontano storie, ma che spesso si trovano a lottare contro logiche di profitto e alle numerose criticità della condizione urbana contemporanea. Un’urbanistica che sembra essere poco responsabile e, soprattutto, poco partecipativa.

La chiusura di Le Trottoir alla Darsena rappresenta una grande perdita per Milano, una città che ha sempre fatto della sua identità culturale e storica uno dei suoi punti di forza. Il locale, che ha visto passare generazioni di artisti, intellettuali e creativi, è stato un punto di riferimento per la città, simbolo di un’incontro tra passato e presente.

La sua perdita non riguarda solo la chiusura di un caffè o di uno spazio commerciale, ma l’erosione di un pezzo della memoria collettiva di Milano. La chiusura non rappresenta solo una perdita culturale, ma una riflessione su come le città moderne stiano perdendo il contatto con le proprie radici storiche e culturali in nome della crescita economica. Se Milano vuole preservare il suo ruolo di capitale culturale, deve saper riconoscere l’importanza di luoghi come Le Trottoir, sostenendoli e valorizzandoli. Se Milano vuole preservare la sua anima culturale, dovrà fare uno sforzo maggiore per proteggere questi luoghi, riconoscendo il loro valore ben oltre il profitto economico.

Nel frattempo, chi ha vissuto l’esperienza unica di questo locale porterà con sé il ricordo di serate indimenticabili e incontri straordinari. Ma la vera sfida è far sì che la chiusura di un luogo così significativo non passi inosservata, spingendo a una riflessione più ampia sul valore della memoria urbana.