FANTASTIC MACHINE, è il documentario che smaschera le bugie della società delle immagini. Prodotto da Ruben Östlund, con la voce narrante di Elio Germano. Al cinema dal 9 maggio
Un film di AXEL DANIELSON e MAXIMILIEN VAN AERTRYCK
FANTASTIC MACHINE è il documentario premiato al Sundance Festival e alla Berlinale, prodotto da Ruben Östlund (regista due volte vincitore della Palma d’Oro per Triangle of Sadness e The Square) e presentato nella versione italiana con la voce narrante di Elio Germano. Sono ormai passati quasi due secoli dall’invenzione della fotografia, ma dalla camera oscura a Instagram, dalla TV in bianco e nero a YouTube, l’immagine fotografica ha sempre avuto un potere sensazionale: quello di mentire e manipolare la realtà proprio mentre sembra registrarla fedelmente.
Grazie allo straordinario lavoro sui materiali d’archivio dei registi Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck, FANTASTIC MACHINE ripercorre a un ritmo travolgente la storia dei media che hanno cambiato in profondità le nostre vite, svelandone i segreti più nascosti: il risultato è un racconto insieme esilarante e sconcertante che dice molte cose sulla società in cui viviamo e sul modo in cui rappresentiamo noi stessi.
La miriade di immagini prodotte ogni giorno, rendono più acutala nostra visione del mondo o solo più sfocata?
Da un lato l’obiettivo di una macchina fotografica o di una telecamera è un prolungamento dei nostri occhi, un ampliamento del nostro campo visivo.
Dall’altro, bisogna ricordare che c’è sempre qualcuno dietro quell’obiettivo. Obiettivo che indirizza lo sguardo a favore dei propri interessi, che siano economici, politici o di altra natura.
Siamo ormai arrivati ad avere circa 45 miliardi di obiettivi sul pianeta e viene da chiedersi se la miriade di immagini che vengono prodotte ogni giorno rendano più acuta la nostra visione del mondo o solo più sfocata.
Mentre prospera il consumo di immagini senza approccio critico, sperimentiamo che il mondo diventa sempre più polarizzato. Dal 2010, il numero di paesi che si sono trasformati in dittature è superiore a quelli diventati democrazie.
Anche per questo motivo, l’UNESCO ritiene che “l’alfabetizzazione mediatica” debba rientrare tra i diritti umani. Abbia cioè un ruolo di rilievo nel contrastare queste tendenze preoccupanti.
D’altra parte, anche nelle nostre scuole viene dedicato pochissimo tempo all’interpretazione delle immagini e all’apprendimento dei meccanismi del linguaggio visivo.
Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck affermano: “In quanto cineasti, amiamo qualsiasi forma e evoluzione di questa “fantastic machine”. Non possiamo smettere di meravigliarci della possibilità che la natura rappresenti se stessa. Questo si legge negli articoli di giornale del 1839, anno in cui fu rivelata al pubblico l’invenzione della macchina fotografica).
Crediamo nell’immagine fotografica come strumento in grado di connettere le persone, permettendoci di condividere le nostre esperienze e creando una comprensione comune.
Per questo ci auguriamo che il nostro film, spaziando dal 1839 ai giorni nostri, ossia dalle primissime immagini mai realizzate a quella che oggi si definisce “content industry”, possa aiutare a sviluppare una visione più critica del mezzo“.