Gianrico Carofiglio e il Teatro Carcano di Milano partecipano all’evento milanese Estate al Castello 2024 – Milano è Viva. Il 16 luglio ore 21.00

Gianrico_Carofiglio_4_-_fo-to_©_Giorgia_Carofiglio-768x1024 Gianrico Carofiglio: gli errori rendono amabili, Estate al Castello 2024

Martedì 16 luglio alle ore 21.00, Gli errori rendono amabili

Gianrico Carofiglio con il suo Gli errori rendono amabili ci regala una riflessione davvero poco convenzionale, dove racconta la gioia dell’ignoranza consapevole e le fenomenali opportunità che nascono dall’accettare i nostri errori imparando (quando è possibile) a trarne profitto.

Gianrico Carofiglio è a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata.  Esordisce nella narrativa nel 2002 con Testimone inconsapevole. L’avvocato Guido Guerrieri e il Maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio sono i personaggi protagonisti dei suoi romanzi.

“Gli errori rendono amabili. Il primo significato della frase è che gli errori ci umanizzano, ci rendono simpatici agli altri esattamente come l’avere sempre ragione ci rende piuttosto odiosi. Il significato più profondo però è gli errori ci rendono amabili con noi stessi. Significa che accettare l’idea che sbagliare non è una catastrofe ma un passaggio fondamentale del processo di apprendimento, di soluzione dei problemi, di cambiamento del mondo, costituisce una forma di pacificazione con noi stessi. Il riconoscere presunti difetti e zone d’ombra è un passaggio fondamentale per quella che Jung chiama integrazione. Un modo per diventare persone migliori”

IMG-1883-1024x683 Gianrico Carofiglio: gli errori rendono amabili, Estate al Castello 2024

Gli errori e l’ignoranza hanno una cattiva reputazione

Errori e ignoranza sono associati all’idea del fallimento e dell’ incompetenza.

Se sbagli prendi un brutto voto; se sbagli non vieni promosso e non fai carriera, in certi casi addirittura perdi il lavoro; se sbagli perdi la stima degli altri e anche la tua. Bisogna evitare gli errori, la strada per il successo è destinata a chi è capace di non sbagliare. Con il duro lavoro, facendo attenzione, studiando, rispettando le regole eccetera. Sbagliare è fallire; sbagliare è violare le regole.

Per l’ignoranza le cose sono, se possibile, ancora più chiare, i contorni più netti. L’ignoranza destina ai lavori peggio pagati e alla marginalità. Quando si passa dalla definizione della condizione (ignoranza) all’espressione che indica il soggetto in quella condizione (ignorante) il lessico acquista il connotato dell’offesa. Nessuno ama sentirsi dare dell’ignorante, in pochi hanno il coraggio ammettere la propria ignoranza. Il canone del successo sociale, professionale, umano passa attraverso la lotta all’ignoranza; anzi: attraverso la rimozione dell’ignoranza. 

Evitare gli errori e biasimare l’ignoranza ci sembrano pratiche sulla cui bontà non c’è modo di dubitare. 

O forse le cose non stanno proprio così. Forse l’errore è una parte inevitabile dei processi di apprendimento e di crescita, se solo si è capaci di ammetterlo e di trarne profitto, anche solo per non ripeterlo uguale. E forse osservare con benevolenza (con simpatia) la nostra sconfinata ignoranza è la premessa per continuare a imparare, per non smettere di stupirsi e di gioire per le meraviglie della natura, dell’arte, della scienza.

Prendendo spunto da storie, aneddoti, libri, sport, dalla riflessione di pensatori come Pirrone,  Mike Tyson, Epitteto, Montaigne, Bruce Lee, Aristotele, Keats, Saunders e molti altri, Gianrico Carofiglio racconta la gioia dell’ignoranza consapevole e le fenomenali opportunità che nascono dall’accettare i nostri errori imparando (quando è possibile) a trarne profitto.

L’elogio dell’ignoranza e dell’errore altro non è che un’allegra celebrazione della nostra umanità.