I sandali di Elisa Claps al Teatro Menotti di Milano. Dal 14 al 17 novembre, la prima milanese dello spettacolo teatrale scritto e interpretato da Ulderico Pesce
Un monologo sulla tragica vicenda di Elisa Claps
“I sandali di Elisa Claps“, scritto e interpretato da Ulderico Pesce. Il
monologo, arricchito dalla musica dal vivo di Pierangelo Camodeca alla fisarmonica,
ripercorre la tragica vicenda di Elisa Claps, la sedicenne uccisa da Danilo Restivo nel
sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza il 12 settembre 1993. Il corpo della ragazza
rimase nascosto per ben 17 anni, con la complicità di esponenti della chiesa locale e altri
soggetti mai identificati.
La storia è raccontata attraverso gli occhi e le parole di Antonio, il padre di Elisa, un
semplice tabaccaio di Potenza, appassionato di rose profumate. Un uomo che, nella sua
ricerca della verità, ha perso fiducia sia nella magistratura che nella chiesa, restando
chiuso nel proprio dolore, senza mai esporsi pubblicamente. Le sue domande e
perplessità, così come la sua rabbia e il suo sconforto, rimangono imprigionati nel cuore di
un padre che amava profondamente la figlia. La sofferenza lo porta alla malattia e infine
alla morte, ma Antonio trova una sorta di pace nel pensiero che la malattia lo avrebbe
riavvicinato alla sua amata Elisa.
Lo spettacolo, scritto con la consulenza di Gildo Claps e della signora Filomena
Ulderico Pesce, oltre a portare in scena questo doloroso racconto, si è battuto pubblicamente per ottenere giustizia. Ha chiesto più volte ai vescovi Ligorio e Carbonaro la rimozione della lapide all’interno della chiesa della Trinità, dedicata a don Mimì Sabia, definito “grande formatore di adolescenti”, una descrizione che, secondo Pesce, non corrisponde alla verità. Infatti, Sabia e la chiesa di Potenza sono implicati in modo inquietante nella vicenda, come dimostra il ritrovamento di un materasso intriso di tracce biologiche nel sottotetto della chiesa, trasformando quel luogo sacro in un luogo di perdizione e possibili abusi.
Lo spettacolo, scritto con la consulenza di Gildo Claps e della signora Filomena, fratello e madre di Elisa, evidenzia le gravi mancanze nelle indagini, che non sequestrarono prove cruciali come i tabulati telefonici di Danilo Restivo o i suoi vestiti macchiati di sangue, ritardando così l’arresto dell’assassino e permettendo che uccidesse ancora, anni dopo, in Inghilterra.
Lo spettacolo non si limita a raccontare una storia di cronaca, ma solleva anche domande sulle responsabilità e omissioni delle istituzioni coinvolte, incluse le testimonianze contraddittorie di numerosi parroci della chiesa di Potenza. Inoltre, è attiva sul sito www.uldericopesce.it una petizione popolare per la chiusura definitiva al culto della chiesa della Trinità e la sua conversione in un centro per l’ascolto e il sostegno alle donne vittime di violenza, in un contesto in cui il fenomeno dei femminicidi in Italia continua a crescere.
La pièce rappresenta un forte atto di denuncia contro l’indifferenza e il silenzio di fronte a un orrore consumato in un luogo di culto, proponendo una riflessione profonda sulla giustizia e il rispetto delle vittime.