Il racconto dell’ancella, disobbedienza verso un regime totalitario e puritano organizzato sul controllo assoluto del corpo femminile. In scena al Teatro Franco Parenti
L’ancella di Margaret Atwood
Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood è in scena al Teatro Franco Parenti di Milano.
Un monologo di sorprendente attualità, tratto dal romanzo del 1985 di Margaret Atwood, tornato alla ribalta dopo il grande successo della serie televisiva The Handmaid’s Tale.
Viola Graziosi è diretta da Graziano Piazza in una rappresentazione estrema e paradossale di un futuro distopico.
In scena un regime totalitario e teocratico che priva le donne di qualsiasi potere, fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo una catastrofe atomica sono ancora in grado di procreare. Tutte le donne sono sorvegliate, dominate da rigide regole imposte dagli uomini e divise in categorie secondo il colore dei vestiti: in azzurro le Mogli dei Comandanti, inerti e privilegiate; in verde le Marte, anziane sterili che si dedicano ai servizi domestici; in marrone le Zie, guardiane e sorveglianti; e in rosso le Ancelle, sottomesse per essere fecondate. Nessuna può disobbedire, pena la morte o la deportazione.
Ma anche lo stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.
Viola Graziosi nel ruolo vocale dell’ancella
Con impeccabile stile, algida e nostalgica, Viola Graziosi dà voce alla confessione di un’ancella. Si veste, si spoglia, si sottopone al rito fecondatore, e ci interroga sulla libertà, in particolare su quella delle donne, e su ciò che ne facciamo.
Mito, metafora e storia si fondono dando vita ad un crudo ritratto dei regimi totalitari, ad un racconto rivolto alla società contemporanea, un monito che ci tiene in guardia. Le musiche di Riccardo Amorese giocano un ruolo essenziale, disturbanti come sono, con il volume alto che induce a un ascolto attentissimo.