“Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia”alteatro Menotti Milano. Scritto da Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce

Ulderico-Moro Moro: i 55 giorni che cambiarono l'Italia, teatro Menotti

Dal rapimento all’omicidio di Aldo Moro

Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia, un racconto intenso e documentato. Lo spettacolo ripercorre quei 55 giorni del 1978 in cui l’Italia fu sconvolta dal sequestro del presidente della Democrazia Cristiana, architettato dalle Brigate Rosse. L’opera mescola teatro e impegno civile, rivelando una trama di intrighi, segreti e presunte complicità che ancora oggi gettano ombre sulle istituzioni italiane.

IMG_3025-1024x683 Moro: i 55 giorni che cambiarono l'Italia, teatro Menotti

Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia, con testimonianze autentiche

In scena al Teatro Menotti, uno spettacolo con dialoghi, lettere e testimonianze che restituiscono la drammaticità del tempo e l’angoscia di Moro, rinchiuso nella “prigione del popolo.”

Le lettere che Moro scrisse durante la prigionia emergono come documenti di straordinaria umanità, e il loro uso in scena permette al pubblico di sentire la sua voce, le sue paure e le sue riflessioni su una politica che lo aveva abbandonato.

Ulderico Pesce interpreta Moro, conferendogli una presenza vibrante e realistica, mentre il testo scritto in collaborazione con Imposimato, magistrato vicino al caso Moro, svela dettagli e interpretazioni che danno profondità storica alla rappresentazione.

1df0c426-0fd4-461d-936f-8e172ddf954c Moro: i 55 giorni che cambiarono l'Italia, teatro Menotti

Tra ambiguità politiche e inflenze internazionali

Lo spettacolo denuncia, infatti, anche le ambiguità politiche e le presunte influenze internazionali, mostrando come la fermezza del governo, deciso a non trattare con i terroristi, abbia finito per segnare il destino dell’uomo.

Lo spettacolo è molto più di una semplice rappresentazione: è un atto di memoria collettiva e di riflessione sulla storia recente dell’Italia. Portando in scena questa vicenda dolorosa, Imposimato e Pesce invitano il pubblico a non dimenticare le lezioni del passato, e a interrogarsi sul ruolo delle istituzioni in momenti di crisi. “Moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia” è, quindi, un’opera teatrale che oltre a raccontare un dramma storico, rappresenta anche un’occasione per riflettere su valori come la giustizia e la democrazia.

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Scritto da Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce

Non l’hanno ucciso solo le Brigate Rosse, Moro e i ragazzi della scorta furono uccisi anche dallo Stato.” Questa frase è il fulcro dell’azione scenica ed è documentata dalle indagini del giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, che nello spettacolo in scena al Menotto il 12 e 13 novembre compare in video interagendo con il protagonista e rivelando verità terribili che sono rimaste nascoste per quarant’anni.

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Il titolo è “moro” con la “m” minuscola, perché?

Già titolo si percepisce la volontà di sottolineare che nel cognome del grande statista c’è la radice del verbo “morire”. Come se la “morte” di Aldo Moro fosse stata “scritta”. Ovvero fosse necessaria per bloccare il dialogo con i socialcomunisti. Assecondando così i desideri dei conservatori statunitensi e dei grandi petrolieri americani in Italia. Tutti rappresentati da Giulio Andreotti e Francesco Cossiga che, dopo la morte di Moro, ebbero una folgorante carriera e condannarono l’Italia alla “sudditanza” agli USA.

Aldo Moro sente che uomini di primo piano del suo stesso partito “assecondano” la sua morte trincerati dietro “la ragion di Stato”. Lo scrive in una delle ultime lettere che fanno da leit motive dello spettacolo. “Il mio sangue ricadrà su di voi, sul partito, sul Paese. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorità dello Stato, né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno voluto veramente bene e sono degni di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore”.