MTM Teatro Litta, dall’8 al 13 ottobre 2024, La casa di Bernarda Alba – Prima Nazionale, di Federico García Lorca

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La casa di Bernarda Alba – Prima Nazionale

MTM Teatro Litta, Bernarda Alba – Scritta nel 1936, alcuni mesi prima della morte dell’Autore, fu rappresentata la prima volta a Buenos Aires nel 1945. La prima rappresentazione italiana fu a Milano, al Teatro Nuovo, nel 1947.

Bernarda Alba, dopo la morte del marito, impone un lutto rigoroso alle sue cinque figlie impedendo loro di uscire di casa.

La figlia maggiore, Angustias, ha ereditato una parte importante del patrimonio paterno e le viene concesso di sposarsi con il giovane «Pepe il romano», il quale è unicamente interessato alla dote della sposa e inizia una relazione clandestina con la sorella più piccola di Angustias, Adela. Bernarda lo scopre e finge di aver ucciso il giovane, sottovalutando l’amore di Adela per Pepe e provocando il suicidio della figlia disperata per l’amore perduto.

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Un dramma acuto

A conclusione di un triennio con i docenti Debora Virello e Pietro De Pascalis e di un IV anno con Claudio Orlandini, i neodiplomati del corso attori si confrontano con questo dramma, conosciutissimo e frequentatissimo dalle scene di tutto il mondo. 

Questa messa in scena del testo, adattata per lo spettacolo, diventa così un’occasione unica per il gruppo dei giovani allievi. L’intento è di restituire tutta la forza del testo del grande autore andaluso. Avendo cura di lavorare con sei giovani allieve e un allievo – neodiplomati per l’anno 2024, a MTM Grock Scuola di teatro – ci siamo orientati su un classico del teatro contemporaneo come il famosissimo testo di Federico Garcia Lorca. 

Densità lirica e umana hanno guidato la scelta. Un grande affresco dedicato alla condizione femminile in una Spagna di inizio Novecento, realizzato dal poeta andaluso. Un periodo in cui il patriarcato e la cultura rurale, caratteristiche di una società in trasformazione, perdono progressivamente la loro autenticità. Il tutto, a favore di un’emancipazione economica che introduce comportamenti sociali bigotti e restrittivi.

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Note di regia

Il dramma offre ampio spazio per un’interpretazione intensa dei personaggi femminili, dipinti con maestria dal poeta. Le giovanissime attrici sono riuscite a fondere la loro profonda aderenza emotiva e psicologica con una generosità interpretativa. Restituendo tutta la forza e l’autenticità di destini segnati dal lutto e dall’interesse economico, visti come strumenti di scambio nel matrimonio.

La messa in scena, volutamente essenziale nell’arredo scenografico, ha voluto dare centralità ai ruoli delle figlie di Bernarda Alba, alla stessa Bernarda e alla serva Poncia.

Unica eccezione è stata l’assegnazione del personaggio di Amelia e della nonna Maria Josefa – quest’’ultima trasfigurata in una figura onirica e surreale — all’’unico interprete maschile della compagnia, trasformandola in una “maschera sacrificale e poetica”.

La potenza e il mistero di questo celebre testo di Federico García Lorca hanno richiesto dalle giovani attrici un rigore e una totale adesione emotiva ai sentimenti dei personaggi, con l’intento di restituire in modo onesto l’essenza vitale che anima le dinamiche e i comportamenti in scena.

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La sincerità in scena

In questo adattamento, prevale la sincerità interpretativa delle giovani attrici, le quali diventano testimoni di una sapienza poetica ed emotiva che continua a scuotere per la sua crudezza e limpidezza.

Nel corso del lavoro, sarebbe stato facile cedere alla tentazione di nascondersi dietro interpretazioni teoriche o giudizi intellettuali sulla condizione femminile e il patriarcato del tempo. Tuttavia, abbiamo scelto di evitare ogni pregiudizio, concentrandoci invece sulla verità intima di ogni personaggio femminile, rispettando la loro specifica condizione.

Sarebbe stato altrettanto semplice porre l’accento sulla donna del primo Novecento come vittima sacrificale di un patriarcato inaccettabile per gli occhi moderni. Ma, fedeli all’indicazione dello stesso García Lorca, che definì il suo dramma come “un ritratto fotografico“, abbiamo deciso di rispettare questa visione. Quando i grandi testi teatrali contengono una purezza e una limpidezza tali da affascinare, la loro verità non ha bisogno di essere filtrata attraverso la lente del pregiudizio contemporaneo. Antonio Syxty

Teatro Litta martedì/venerdì ore 20.30 – domenica ore 16.30