Quasi Amici è in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 16 al 28 gennaio. Il sentimento espresso è l’amicizia e il donarsi e la gentilezza è uno dei grandi valori dello spettacolo.

quasi-amici-teatro-manzoni-1024x576 Quasi Amici: la pièce gentile che va oltre le apparenze

Quasi Amici: l’amicizia “politicamente scorretta”

Quasi Amici, dal 16 al 28 gennaio al teatro Manzoni di Milano. Paolo Ruffini, attore, conduttore e regista, insieme a Massimo Ghini, porta in scena la trasposizione teatrale dell’omonimo film francese del 2011, Intouchables, di Olivier Nakache e Éric Toledano, con la regia di Alberto Ferrari. Paolo Ruffini veste i panni di un personaggio scorretto e spietato di nome Driss Bassari, un badante molto particolare di Philippe Pozzo di Borgo, il personaggio interpretato da Massimo Ghini. Philippe è un uomo ricco costretto su una sedia a rotelle dopo una terribile caduta con il parapendio. Lo spettacolo parla di disabilità e inclusione, senza fare sconti a nessuno. A raccontarlo è Paolo Ruffini, da anni impegnato non solo in TV, cinema e teatro, ma anche dal punto di vista sociale. Proprio sulla disabilità, il conduttore e attore ha avviato il progetto UP&Down, manifestazione artistica d’avanguardia e comica, con protagonisti attori soprattutto down. L’happening ha debuttato nel 2018 a teatro e successivamente è uscito un documentario, ossia UP&Down –Un film normale. Ma non è tutto, infatti a seguire sono nati anche un libro, di cui Ruffini è l’autore, La sindrome di UP, e anche una versione TV, Up & Down – Uno spettacolo normale.

Il tema è la disabilità, non solo motoria, ma anche dell’indisponibilità ad accogliere felicità

Quasi Amici parla di disabilità, ma non solo motoria. Infatti, secondo Ruffini esiste anche un altro tipo di disabilità che corrisponde all’assenza di accogliere bellezza e felicità. Lo spettacolo gioca proprio su questi fattori: in scena, quindi, ci sono due disabili, uno costretto su una sedia a rotelle, che non riesce più ad essere felice e poi c’è l’altro, lo spietato Driss, che in un certo senso è anche lui disabile, perché non riesce a prendersi cura del suo intimo, di se stesso. Driss non vuole accogliere cultura, meraviglia, e per questo risulta un disabile. Dal film al teatro, con una trasposizione molto vicina ai giorni nostri, più attuale. Driss è un uomo di borgata, che vive col sussidio di disoccupazione e che ha lottato per il reddito di cittadinanza. Alla fine, vive alla giornata.

L’amicizia e la gentilezza come dono

Notes Magazine ha fatto qualche domanda a Paolo Ruffini e Massimo Ghini sui valori e sentimentiespressi dalla pieces teatrale Quasi Amici. I due attori hanno sottolineato che tra i sentimenti indubbiamenti più importanti ci sono quelli di amicizia e gentilezza, quest’ultima in particolare, con la quale si riesce a donare gli uni agli altri qualcosa che forse non si sapeva nemmeno di avere, la felicità del donarsi. Per quanto concerne l’amicizia, invece, dallo spettacolo ne esce la figura di amico come una persona con cui riesci e osi ad essere te stesso.

L’amicizia come sentimento d’amore, con il vantaggio rispetto all’amore passionale, di essere un amore davvero incondizionato. L’amicizia giudica meno dell’amore, e per questo è più preziosa. Innamorarsi, anche molte volte, è facile, ma forse trovare amici veri è molto più difficile. Lo spettacolo, dunque, non fa proprio sconti per nessuno. I temi sono importanti, così come i valori che comunica Quasi Amici.

Driss è spietato, ma non significa che non abbia empatia o pietas, sicuramente non pietà. Il messaggio che ne esce è anche che i disabili vogliono essere trattati come tutti gli altri, senza pietismo o morale d’apparenza. Perchè restituire dignità ai disabili vuol anche dire offrire un lavoro, riconoscere bravura e talento, dire loro “Tu vali quanto valgo io“. Normalizzare le disabilità è un percorso lungo ma fattibile. Nell’era dei Social basterebbe aggiungere una “E” per capire che tutti valgono, indistintamente, aldilà di pregiudizi e apparenze.

La morale e la recensione di Quasi Amici

Un teatro Manzoni stracolmo per uno spettacolo bello, emozionante e ricco di spunti. Dal cinema al teatro con un’indagine profonda sulla psicologia e morale dei protagonisti. Alberto Ferrari col suo adattamento teatrale riesce a portare sul palcoscenico del teatro scene e situazioni viste sul grande schermo. Quasi amici in versione teatrale ha superato ogni aspettativa, mantenento, se non innalzando ancor di più, l’immagine di una pellicola di successo, aggiungendo sentimenti e adattabilità ai giorni nostri. Espressione dunque più che riuscita che i migliori rapporti sono sempre quelli che nessuno inizialmente credeva possibili. In definitiva, mai fermarsi alle apparenze o prime impressioni. Driss accetta di lavorare come badante per necessità. Philippe lo guarda con superiorità per via della differenza di ceto sociale. Alla fine, entrambi, scopriranno un’amicizia e complicità che li aiuterà a superare paure e blocchi per godersi un nuovo mondo, come mai prima avevano immaginato di vivere.