USA Iran, perché lo scontro è vicino? Teheran nega qualsiasi coinvolgimento nell’attacco di domenica alla base Usa. Biden, però, ora potrebbe scegliere di promuovere un’escalation militare.

scontro-USA-Iran-1024x576 USA Iran, escalation militare vicina. I motivi

USA Iran: cosa succede dopo l’attacco di domenica alla base Usa in Giordania

Dopo l’attacco di domenica in Giordania ad una base Usa ora potrebbe arrivare un’escalation militare in Medio Oriente. Anche se ancora con l’uso del condizionale, da Washington, però, la risposta sembra probabile. Infatti, 3 soldati americani sono morti nell’attacco, in seguito rivendicato dal gruppo Resistenza islamica in Iraq, coalizione di soldati sciiti. Anche se l’Iran nega un suo coinvolgimento, questo gruppo di miliziani è considerato tra quelli finanziati da Teheran. Nel frattempo, il presidente USA, Joe Biden, ha annunciato che risponderanno all’accaduto: “Nei tempi e nei metodi che sceglieremo“. Qualcuno, intanto, ha già letto qualcosa in queste parole pronunciate da Biden, ovvero un probabile scontro imminente tra Stati Uniti e Iran. Quel che è certo, soprattutto dopo i tanti raid contro gli Houthi in Yemen, che attaccano le navi occidentali nel Mar Rosso, è che gli Usa, sostenuti dal Regno Unito, dovrebbero aprire un fronte del tutto nuovo in un Medio Oriente, ormai più bollente che mai.

E’ la prima volta che degli americani vengono uccisi dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas

Questa è la prima volta che, dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, vengono uccisi degli americani sul posto. Sul tavolo di Washington, però, non c’è solo l’ipotesi di un probabile conflitto diretto in Iran. Infatti, la Casa Bianca potrebbe anche procedere a raid contro il gruppo Resistenza islamica in Iraq. I miliziani hanno ramificazioni anche in Siria e utilizzano il conflitto a Gaza con l’obiettivo di cacciare l’esercito USA dai due Paesi. Gli americani in Siria sono presenti con circa 900 soldati che sostengono le forze democratiche siriane curde contro lo Stato islamico. In Giordania, invece, ci sono altri 4.000 soldati, attaccati appunto domenica scorsa con un drone. Nell’attacco, oltre ai 3 soldati uccisi, sono rimaste ferite almeno altre 34 persone, alcune delle quali sono gravi.

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L’Iran nega un suo coinvolgimento diretto

Come detto sopra, l’Iran nega un suo coinvolgimento diretto nell’attacco avvenuto domenica. Tuttavia, dopo l’uccisione di 5 dei loro miliziani in Siria, avvenuta il 20 gennaio da parte di Israele, le Guardie rivoluzionarie di Teheran avevano già annunciato manovre di ritorsione. La Giordania non ha subito parlato dell’accaduto, temendo che gli USA potessero agire militarmente sul territorio. Ora la maggior preoccupazione è rivolta a quanto fatto sino ad oggi per tentare di mediare e fermare il conflitto a Gaza. C’è preoccupazione che il tutto venga vanificato.

Charles Lister, del Middle East Institute, ad Al Jazeera, ha riferito: “Questo è il 180° attacco dal 18 ottobre. Serve reagire nel modo più assoluto. Senza una risposta forte non si fermeranno“. ​​